16 aprile 2011

Il manipolabile Ouattara

Mi riallaccio al post precedente con una precisazione relativa agli avvenimenti in Costa D'avorio. Da una parte abbiamo Laurent Gbagbo, ex presidente, dittatore, pronto ad intervenire con le armi pur di far valere il suo diritto, autoconferitosi, di governare il paese, ma anche un presidente che si è battuto per liberare la Costa D'avorio dagli svantaggiosi accordi con la Francia, che vedono le ex colonie francesi indebitarsi inesorabilmente sempre di più in un meschino gioco di interessi e speculazioni. Alessane Ouattara ha vinto le elezioni, la democrazia vuole lui nel ruolo di presidente, ma l'intervento della Francia è ben lontano dall'essere un'azione disinteressata col puro e sommo fine di portare democrazia e libertà. La linea politica di Gbagbo sarebbe andata contro gli interessi della Francia, che armatasi ha preso provvedimenti a fianco delle Nazioni Unite. Ouattara, chiamato dai suoi avversari "il presidente straniero", si è dimostrato più influenzabile, un socio d'affari fidato, perciò si è portata altra guerra in quella terra.
Forse si è passati al meno peggio, ma sarebbe da stupidi non prendere coscienza del fatto che è il sistema economico internazionale la vera causa dei problemi dell'ex colonia francese e di molti altri stati africani. E' interesse dell'Occidente non restituire nulla alla Costa D'avorio, il redditizio mercato del caffè e del cacao non vanno allontanati dalle grinfie della comunità internazionale. Per questo si è portata altra guerra in Africa.


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